MINISCREW ATLANTE di utilizzo clinico ATLANTE SULLE MINISCREW ORTODONTICHE L’INNOVAZIONE NELL'ANCORAGGIO ORTODONTICO dalle tecniche di inserimento alla risoluzione di casi complessi
ELISEO A. - FIORILLO G.
Pag. 192 - 1270 illustrazioni a colori
ISBN 978-88-7572-186-2
INTRODUZIONE
Sarebbe stato il sogno dei nostri maestri
poter utilizzare l’ancoraggio scheletrico per mettere
in atto i loro modelli biomeccanici. Lo sappiamo bene noi
che abbiamo memoria; lo sanno bene coloro che, appartenenti
a precedenti generazioni, hanno vissuto e spesso non risolto
il problema; e ne hanno consapevolezza i più giovani
ortodontisti che non possono più farne a meno.
Mi chiedo se Charles Tweed avrebbe pensato
alla preparazione di ancoraggio dei molari se nei suoi cassetti
avesse avuto a disposizione le moderne miniviti. Allo stesso
modo mi domando - e anche in questo caso conosco la risposta
- se Ricketts si sarebbe inventato l’ancoraggio corticale
se qualcuno gli avesse parlato delle TADs. Di innovazioni
il nostro mondo ha sempre beneficiato; anzi di novità
si è alimentato, nell’innata umana tendenza professionale
a ottenere sempre di più per aumentare efficacia ed
efficienza. E poi c’è il fattore pigrizia, il
vero motore del progresso: vuoi mettere tempo e fatica richiesti
per introdurre due miniviti piuttosto che applicare e rimuovere
nell’ordine: elastici di separazione - mettere le bande
- prendere un’impronta - togliere le bande - rimettere
e togliere gli elastici di separazione - cementare una barra
palatina? Vuoi mettere imporre ad un malcapitato giovane paziente
(pigro lui in questo caso) la famigerata trazione extraorale
oppure scegliere di non avvalersi della sua collaborazione
perché sappiamo come fare altrimenti?
La cosa che sorprende delle miniscrew è
la facilità di impiego e la possibilità immediata
di poter ottenere biomeccaniche che in altro modo costringerebbero
a inventare sistemi di trattamento complessi, difficili da
mettere in atto e spesso scomodi per i pazienti. Anzi, che
in altro modo costringerebbero a rinunciare.
Ebbene è proprio questo il punto.
Non possiamo rinunciare, perché non abbiamo limiti,
abbiamo invertito i rapporti di forza. Se prima cercavamo
il famoso dentone di Burston per ottenere l’ancoraggio
utile a movimentare un singolo elemento dentario, adesso è
una singola minivite che può consentirci - per assurdo
- di muovere l’intero dentone.
In questi anni abbiamo voluto approfondire
l’impiego questi strumenti in ogni ambito ortodontico
possibile, dalle biomeccaniche più consuete a quelle
meno praticate e innovative come il sostegno per i propulsori
mandibolari o la gestione dei segmenti osteotomizzati dopo
chirurgia ortognatica.
Abbiamo generato la pulsione positiva ad
alzare l’asticella provando a far qualcosa in più,
a percorrere territori inesplorati, alimentando il nostro
agire con le frasi “potremmo provare a…”,
“perché non facciamo questa cosa?”…
Nel momento in cui scriviamo questa introduzione,
sulla home page del notissimo JCO troviamo una instant survey
con la domanda: “What has been the most important orthodontic
inovation of the past 25 years?” che vede al primo posto
la voce “Temporary Anchorage Devices”. Ebbene,
stupiti ci guardiamo in faccia e scopriamo che l’ancoraggio
scheletrico è davvero la più importante innovazione
dell’ultimo quarto di secolo, ancor più dello
straight wire o degli allineatori.
Probabilmente perché entrambi questi
strumenti (come vedremo nel testo che proponiamo) si completano
nei loro limiti biomeccanici attraverso il ricorso alle TADs.
Questo testo si propone di dare suggerimenti
clinici sui loro possibili impieghi e cerca di farlo attraverso
un uso ridondante delle immagini, che conferisce allo stesso
il carattere di atlante.
Noi odontoiatri nutriamo il nostro aggiornamento
con ciò che vediamo, rubiamo con gli occhi e spesso
i testi sono accompagnati solo da una rapida lettura. Gli
autori i primi a comportarsi inopinatamente così, propongono,
consapevolmente, proprio questa modalità di approfondimento
sperando nel gradimento del lettore.
Andrea Eliseo e Gianluigi Fiorillo
INDICE
PREFAZIONE
PRESENTAZIONE
INTRODUZIONE
RINGRAZIAMENTI
1 - MINISCREW
• Caratteristiche strutturali
• Diagnosi e pianificazione per l’inserimento
delle Miniscrew
• Siti d’inserimento
• Protocollo operativo
• Procedure di igiene orale con TADs (Dott.ssa Simona
Scoccola)
APPLICAZIONE CLINICA DELLE MINISCREW
ORTODONTICHE
2 - DISINCLUSIONE CANINO SUPERIORE ED
INFERIORE
• Canini in inclusione vestibolare
• Easy Disimpaction System (E.D.S.)
3 - DISTALIZZAZIONE SUPERIORE AD APPROCCIO
VESTIBOLARE
• Distalizzazioni no-compliance
4 - DISTALIZZAZIONI NELLE TERZE CLASSI
MEDIANTE MINISCREW INSERITE NEL BUCCAL SHELF
• III classe … la soluzione è
nel buccal shelf!
5 - MINISCREW APPLICATE A PROPULSORI
MANDIBOLARI
• ForsusTM e TADS
• Herbst e TADS
• Herbst su TADS
6 - MINISCREW ASSOCIATE A TRATTAMENTI
CON ALIGNERS
• Canino Incluso: miniscrew e allineatori
binomio vincente
• Open bite anteriore: intrusione mediante miniscrew
e allineatori
• Casi Pre-Aligners
7 - ESPANSORI IBRIDI E CORTICOTOMIE
• Risoluzione contrazione scheletrica
mascellare superiore mediante Espansore ibrido e corticotomie
8 - DISPOSITIVI AD ANCORAGGIO PALATALE-VESTIBOLARE
DIGITAL WORK FLOW
• Intrusione con palatoversione secondo
molare superiore
• Intrusione corporea del secondo molare superiore
13 INTRUSIONE DENTI FRONTALI SUPERIORI
E MANAGEMENT DEI DEEP BITE NEGLI ADOLESCENTI E NEGLI ADULTI
• Intrusione incisivi superiori con
vestibolarizzazione
• Intrusione corporea incisivi superiori con controllo
del torque
14 - MODIFICA DELL’INCLINAZIONE
DEL PIANO OCCLUSALE
• Intrusione molari superiori monolateralmente
• Intrusione completa del primo quadrante
15 - MESIALIZZAZIONE NO-COMPLIANCE IN
ASSENZA DEI PRIMI MOLARI
16 - CASI ESTRATTIVI
• Risoluzione affollamento e protrusione
con estrazioni asimmetriche
• Classe III e Asimmetria
• Risoluzione affollamento e protrusione con 4 estrazioni
CONCLUSIONI
BIBLIOGRAFIA
INDICE DEI FILMATI
PREFAZIONE
A tutti è noto che in assenza di alterazioni
del frame scheletrico lo spostamento dento-alveolare, associato
o meno a riposizionamento mandibulo-cranico, consente di trattare
le diverse tipologie di malocclusioni riscontrabili in soggetti
adolescenti e adulti.
Tra le opzioni terapeutiche a disposizione
dell’ortodontista la tecnica Straight Wire vestibolare,
con le diverse sistematiche, rappresenta ancora oggi una tecnica
molto utilizzata. La scelta si mantiene clinicamente valida
grazie soprattutto all’utilizzo di mezzi terapeutici
“ausiliari” che, integrati nel set up base (attacco+
arco), contribuiscono ad aumentare il controllo, l’efficienza
e l’efficacia dello spostamento dentario.
Mezzi terapeutici “ausiliari “hanno
parimenti consentito di ampliare il l’utilizzo clinico
degli Aligners, tecnica sempre più utilizzata. Negli
ultimi anni infatti, grazie all’integrazione con ausiliari,
sono stati sviluppati e confermati protocolli con Aligners
che offrono all’ortodontista la possibilità di
trattare anche malocclusioni complesse in modo efficace e
predicibile.
Per i suddetti motivi mi è apparsa
da subito di grande “utilità clinica” la
monografia realizzata dai colleghi e amici Andrea Eliseo e
Gianluigi Fiorillo.
Le miniscrew, il soggetto dell’approfondimento
culturale di Andrea e Gianluigi, rappresentano infatti un
“mezzo terapeutico ausiliario” che l’ortodontista
deve conoscere per poter sfruttare al meglio i vantaggi clinici
derivanti dal loro utilizzo,in particolare con tecnica Straight
Wire o con Aligners.
Dopo una sintetica ma completa trattazione
dedicata al “cosa devo sapere” delle miniscrew,
“cosa devo comunicare” al paziente quando ne decido
l’utilizzo e infine “cosa devo fare” per
inserire una miniscrew in modo semplice e sicuro, la trattazione
affronta il “quando” e “come” utilizzarle,
affiancando alla spiegazione teorica un fondamentale supporto
clinico.
Il “quando”, ovvero le indicazioni
all’utilizzo clinico, offre all’ortodontista una
possibile soluzione per spostamenti dento-alveolari complessi
come in caso di: disinclusione canina, distalizzazione molare
superiore, mesializzazione molare no compliance, intrusione
posteriore e anteriore, correzione del canting, uprighting
molare ed altro ancora.
Se il “quando” ci guida nell’utilizzo,
il “come” ci spiega, supportato da una descrizione
step by step, le sequenze biomeccaniche utilizzate per favorire
lo spostamento dento-alveolare in modo clinicamente guidato.
La monografia è quindi strutturata
per affiancare l’ortodontista nelle fasi di pianificazione,
esecuzione e controllo di biomeccaniche utilizzabili per favorire
spostamenti dentari presenti in malocclusioni di comune riscontro
nella nostra pratica clinica. Per questo motivo risulta particolarmente
utile per essere consultata con approccio “problem solving”.
Grazie Andrea e grazie Gianluigi per aver
voluto condividere con tutti noi il frutto del vostro sapere
e del vostro impegno clinico.
Con profonda stima Gualtiero Mandelli
PRESENTAZIONE
Ho accolto con grande piacere l’idea
di scrivere la presentazione di questo atlante di utilizzo
clinico delle miniscrew nell’ortodonzia moderna.
Si tratta di un testo pratico, dove i colleghi
ortodontisti potranno trovare indicazioni semplici da trasferire
nella propria attività professionale, frutto della
ricca esperienza clinica degli autori.
Il testo, attraverso la descrizione di casi
clinici documentati passo dopo passo con grande chiarezza,
mostra i vantaggi offerti dall’ancoraggio scheletrico
fornito dalle miniviti nelle più frequenti situazioni
di impiego clinico.
La lettura del testo e, soprattutto l’osservazione
delle immagini, consente di apprezzare come gli autori sappiano
trasmettere con passione la propria esperienza clinica. Sono
quindi sicuro che troverete in questo atlante una guida estremamente
pratica e chiara, come è nello stile didattico di Gianluigi
Fiorillo, Professore a contratto presso la Scuola di Specializzazione
da me diretta e di Andrea Eliseo, eminente clinico con esperienza
di docenza presso diverse Università italiane e all’Estero.
Ringrazio e mi complimento con Andrea e Gianluigi
per la semplicità e l’immediatezza che hanno
saputo dare al testo, una guida con caratteristiche che la
rendono particolarmente idonea a diventare un valido strumento
per la didattica specialistica.
Prof. Giorgio Gastaldi
INTRODUZIONE
Sarebbe stato il sogno dei nostri maestri
poter utilizzare l’ancoraggio scheletrico per mettere
in atto i loro modelli biomeccanici. Lo sappiamo bene noi
che abbiamo memoria; lo sanno bene coloro che, appartenenti
a precedenti generazioni, hanno vissuto e spesso non risolto
il problema; e ne hanno consapevolezza i più giovani
ortodontisti che non possono più farne a meno.
Mi chiedo se Charles Tweed avrebbe pensato
alla preparazione di ancoraggio dei molari se nei suoi cassetti
avesse avuto a disposizione le moderne miniviti. Allo stesso
modo mi domando - e anche in questo caso conosco la risposta
- se Ricketts si sarebbe inventato l’ancoraggio corticale
se qualcuno gli avesse parlato delle TADs. Di innovazioni
il nostro mondo ha sempre beneficiato; anzi di novità
si è alimentato, nell’innata umana tendenza professionale
a ottenere sempre di più per aumentare efficacia ed
efficienza. E poi c’è il fattore pigrizia, il
vero motore del progresso: vuoi mettere tempo e fatica richiesti
per introdurre due miniviti piuttosto che applicare e rimuovere
nell’ordine: elastici di separazione - mettere le bande
- prendere un’impronta - togliere le bande - rimettere
e togliere gli elastici di separazione - cementare una barra
palatina? Vuoi mettere imporre ad un malcapitato giovane paziente
(pigro lui in questo caso) la famigerata trazione extraorale
oppure scegliere di non avvalersi della sua collaborazione
perché sappiamo come fare altrimenti?
La cosa che sorprende delle miniscrew è
la facilità di impiego e la possibilità immediata
di poter ottenere biomeccaniche che in altro modo costringerebbero
a inventare sistemi di trattamento complessi, difficili da
mettere in atto e spesso scomodi per i pazienti. Anzi, che
in altro modo costringerebbero a rinunciare.
Ebbene è proprio questo il punto.
Non possiamo rinunciare, perché non abbiamo limiti,
abbiamo invertito i rapporti di forza. Se prima cercavamo
il famoso dentone di Burston per ottenere l’ancoraggio
utile a movimentare un singolo elemento dentario, adesso è
una singola minivite che può consentirci - per assurdo
- di muovere l’intero dentone.
In questi anni abbiamo voluto approfondire
l’impiego questi strumenti in ogni ambito ortodontico
possibile, dalle biomeccaniche più consuete a quelle
meno praticate e innovative come il sostegno per i propulsori
mandibolari o la gestione dei segmenti osteotomizzati dopo
chirurgia ortognatica.
Abbiamo generato la pulsione positiva ad
alzare l’asticella provando a far qualcosa in più,
a percorrere territori inesplorati, alimentando il nostro
agire con le frasi “potremmo provare a…”,
“perché non facciamo questa cosa?”…
Nel momento in cui scriviamo questa introduzione,
sulla home page del notissimo JCO troviamo una instant survey
con la domanda: “What has been the most important orthodontic
inovation of the past 25 years?” che vede al primo posto
la voce “Temporary Anchorage Devices”. Ebbene,
stupiti ci guardiamo in faccia e scopriamo che l’ancoraggio
scheletrico è davvero la più importante innovazione
dell’ultimo quarto di secolo, ancor più dello
straight wire o degli allineatori.
Probabilmente perché entrambi questi
strumenti (come vedremo nel testo che proponiamo) si completano
nei loro limiti biomeccanici attraverso il ricorso alle TADs.
Questo testo si propone di dare suggerimenti
clinici sui loro possibili impieghi e cerca di farlo attraverso
un uso ridondante delle immagini, che conferisce allo stesso
il carattere di atlante.
Noi odontoiatri nutriamo il nostro aggiornamento
con ciò che vediamo, rubiamo con gli occhi e spesso
i testi sono accompagnati solo da una rapida lettura. Gli
autori i primi a comportarsi inopinatamente così, propongono,
consapevolmente, proprio questa modalità di approfondimento
sperando nel gradimento del lettore.
Andrea Eliseo e Gianluigi Fiorillo
GLI AUTORI
Andrea ELISEO
Laureato in Odontoiatria e Protesi Dentaria
presso l’Università dell’Aquila; Master
di II livello in Ortognatodonzia'clinica multidisciplinare
presso l’Università “La Sapienza”
Roma; Specializzato in Ortognatodonzia presso la medesima'Università;
Perfezionato in Ortodonzia per Chirurgia Ortognatica presso
l’Università Cattolica Sacro Cuore di Roma. È'stato
Visiting Professor presso l’Università di Bengasi
(Libia). Autore di pubblicazioni su riviste scientifiche nazionali'ed
internazionali tra cui JAO (Journal of Aligner Orthodontics);
Socio SIDO, ASIO, ANDI, AIDOR. Relatore per ANDI e'AIO; collaborazione
in qualità di Speaker con 3M Oral Care e Dentaurum;
Relatore per corsi teorico-pratici universitari e'privati
ed in congressi in ambito nazionale e internazionale. Collaborazione
con lo Study Group MBTeam; è stato relatore'al Corso
di Perfezionamento in Ancoraggio Scheletrico in Ortodonzia
dell’Università di Catania; relatore al Master
di II'livello in Ortodonzia MBT dell’Università
Tor Vergata di Roma.'Coordina i centri C.S.O. (Centri Specializzati
di Ortodonzia) ed esercita la libera professione nei suoi
studi di Roma,'Campobasso e San Salvo (CH).
Gianluigi FIORILLO
Laurea con lode in Odontoiatria presso l’Università
La Sapienza di Roma, Specializzazione in Ortognatodonzia con
lode'presso l’Università di Ferrara. Perfezionamento
in Odontoiatria Pediatrica e in Ortodonzia - Tecnica dell’Arco
Segmentato.'Attualmente Professore a Contratto presso la Scuola
di Specializzazione in Ortognatodonzia dell’Università
Vita-Salute'San Raffaele di Milano diretta dal Prof. G. Gastaldi.
Ha rivestito lo stesso ruolo in precedenza anche presso l’Università'G.
D’Annunzio di Chieti.'A vario titolo è stato
relatore per le Università di Roma La Sapienza, Roma
Tor Vergata, Roma Cattolica, Milano, Torino,'Catania, Messina,
L’Aquila, Foggia, Bari e per SIDO, AIDOR, ANDI, AIO,
Compagnia Ortodontica. Ha pubblicato su riviste'italiane ed
internazionali, relatore in Congressi Nazionali ed Internazionali.
È professional Speaker per 3M Oral Care e'collabora
con Dentaurum (didattica limitata al topic Ancoraggio Scheletrico).
Coordina lo Study Group MBTeam. Esercita'la libera professione
nelle città di Roma, Firenze e Milano.